Un tagliatore di Bambù, Okina, un giorno trovò una bambina piccolissima all’interno di una canna di bambù. La portò a casa e siccome non aveva figli, insieme alla moglie, decise di adottarla. Le diedero il nome di Kaguya, notte splendente. Da quel giorno ogni volta che il tagliatore tagliava una canna di bambù al suo interno trovava una pepita d’oro.
La famiglia divenne ricchissima e Kaguya bellissima, divenendo la giovane più ambita del paese. Si presentarono cinque principi, provenienti da ogni angolo del pianeta, e chiesero la mano della figlia del tagliatore di bambù. Ma lei non voleva sposarsi e chiese ad ognuno qualcosa di impossibile da realizzare. Ad uno chiese la ciotola di Buddha. A un altro il ramo di un albero dal tronco d’oro e dalle foglie d’argento. Al terzo chiese la pelle di un topo di fuoco. Al quarto un gioiello dalla testa di un drago. E, all’ultimo, una conchiglia nascosta nella pancia di una rondine.
Tutti fallirono, ovviamente, e Kaguya non si concesse in sposa nemmeno all’imperatore del Giappone, al quale, tuttavia, confidò di provenire dalla Luna. L’imperatore fece di tutto per impedire agli esseri celestiali di riprendersi la propria principessa, ma questa scomparve, tornando sulla sua Luna.
In dono all’imperatore, l’unico che avrebbe davvero potuto conquistare il suo cuore su questo pianeta, lasciò una lettera e l’elisir della vita. Ma l’imperatore bruciò entrambi sul monte Fuji, niente poteva compensare la perdita dell’amata.
Leggenda giapponese risalente al decimo secolo
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