Hasebe Samon era un povero studioso dell’antica provincia di Harima. Era il periodo degli stati belligeranti (1467 – 1603) e Samon viveva in una piccola abitazione insieme alla madre. Non aveva accumulato ricchezze, si era sempre dedicato allo studio e ad aiutare gli altri. Un giorno si prese cura di un viandante, visibilmente ammalato. Lo accolse, lo nutrì, lo curò e dopo qualche giorno l’uomo guarì. Si chiamava Akana Soemon, era stato al servizio di un sovrano dell’ovest del Giappone in qualità di insegnante di trattati militari. Mentre era ospite da un altro signore, il suo sovrano fu rovesciato e decise alla fine di allontanarsi. Durante il viaggio si ammalò e fu salvato da Samon.
Hasebe Samon ascoltò la sua storia, si trovò in sintonia con lui e lo invitò a restare ancora per un po’. Akana accettò e ben presto i due diventarono grandi amici. Passavano giornate intere a parlare e un giorno si scambiarono un patto di fratellanza. Samon non aveva fratelli, Akana aveva perso la famiglia da tempo e sarebbe stato felice di averne una nuova. La madre di Samon fu lieta di avere una nuova persona in casa e i tre trascorsero insieme mesi felici. Quando giunse l’estate, Akana disse al fratello che doveva recarsi di nuovo nelle province dell’ovest, ma che avrebbe fatto ritorno prima della fine dell’autunno. Samon gli chiese di indicargli una data precisa e il fratello promise che sarebbe ritornato per la festa dei crisantemi, il nono giorno del nono mese.
Akana partì, trascorse l’estate e iniziò il nono mese. Samon si preparò per il ritorno del fratello, pulì la piccola casa e il nono giorno comprò riso, pesce e sakè. Tutto era pronto, ma Akana non arrivava. Giunse la sera, nel cielo si vedevano la luna e la Via Lattea, ma Samon sapeva che il fratello era di parola e continuò ad aspettare. La madre era andata a dormire e dopo che la luna scomparve dietro i monti, con grande tristezza Samon decise di rientrare in casa. Fu in quel momento che vide apparire un uomo dall’ombra. Era Akana! Colmo di gioia lo invitò a entrare, gli offrì cibo e sakè. Il fratello entrò e gli raccontò cosa era successo. Al suo ritorno il nuovo sovrano, dopo averlo accolto, non gli permise di uscire dal castello. Il nono giorno del nono mese si avvicinava e quando infine giunse, non potendo fuggire, si gettò sulla sua spada. Fu così che il suo spirito giunse fino a lì, all’appuntamento dei crisantemi. «Ora devo lasciarti per sempre» disse Akana, «prenditi cura di nostra madre». Fece per alzarsi, ma la sua figura si affievolì e svanì senza lasciar tracce.
LEGGENDA GIAPPONESE
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