Molto tempo fa, in un prato, erano nati due crisantemi vicini, uno bianco e uno giallo.
Un giorno un vecchio giardiniere passò di lì e rimase colpito dalla bellezza della Dama Gialla. Le disse che se fosse andata con lui, l’avrebbe resa ancora più bella e le avrebbe dato cibo raffinato e bei vestiti. La Dama Gialla fu talmente felice di quella proposta che accettò subito, dimenticandosi della sua sorella bianca. Il giardiniere la portò quindi con sé e la mise nel suo giardino.
La Dama Bianca iniziò a piangere disperatamente: non solo la sua bellezza non era stata apprezzata, ma era rimasta sola. La Dama Gialla iniziò a diventare ogni giorno più bella e nessuno avrebbe detto che si trattava di un fiore di campo. Ogni tanto però, pensava alla sua sorella bianca e si chiedeva come se la cavasse da sola nel prato.
Un giorno il capo di un villaggio andò dal vecchio giardiniere, chiedendo un semplice crisantemo bianco per poter realizzare lo stemma del suo signore. Il vecchio giardiniere gli mostrò orgoglioso la Dama Gialla, ma il capo del villaggio la rifiutò: non voleva un bel crisantemo con molti petali, ma un semplice crisantemo bianco con 16 petali. Ringraziò così il giardiniere e se ne andò.
Sulla via del ritorno passò per il prato in cui si trovava la Dama Bianca e la sentì piangere. Sconsolata, la Dama Bianca gli raccontò la sua storia e l’uomo le disse che aveva appena visto la Dama Gialla, ma che questa non era bella nemmeno la metà di quanto lo fosse lei. La Dama Bianca smise di piangere e si rallegrò.
L’uomo le disse che l’avrebbe messa sullo stemma del suo signore e la portò al palazzo del Daimyo. Lì, artisti da ogni parte del regno vennero per ritrarla e in poco tempo ogni oggetto del palazzo riportava un’immagine della Dama Bianca. Tutti erano d’accordo nel dire che il crisantemo bianco era lo stemma più bello del Giappone.
La Dama Gialla, invece, un giorno si accorse che la sua bellezza stava svanendo. Sentì la vitalità cessare nel suo corpo e la testa le si piegò in avanti. Quando il giardiniere la vide, la prese e la gettò nella spazzatura.
FAVOLA GIAPPONESE
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