lunedì 16 dicembre 2024

RIFLESSIONE

Ho aperto questo blog anni fa per riversare le mie emozioni, all'inizio ero presente quotidianamente, poi mi sono allontanata assorbita dal mio quotidiano, dalle piccole cose di cui è fatta una vita, come sappiamo ci sono sempre alti e bassi, tutti noi li passiamo.

I sentimenti sono sempre al primo posto, ho la fortuna di avere tre fratelli e la nostra unione è sempre forte, di questo sono grata ai nostri genitori che ci hanno insegnato i valori della vita.

Li abbiamo persi da tanti anni, ma sono sempre con noi, nel nostro cuore. Il loro ricordo è indelebile. I miei punti fermi sono sempre stati loro i miei genitori e i miei fratelli.

Ho incontrato tardi l'amore, l'ho vissuto, ma non è durata, credo sia stato il destino a decidere la fine della storia, onestamente non ho provato dolore per il distacco, forse perchè non era vero amore, forse mi sono illusa che potesse essere quello che aspettavo da una vita, ma non è stato cosi'. Ricordo che anni fa, quando ci separammo, gli dedicai una poesia, voglio inserirla in questa mia breve riflessione.

Poesia dedicata a Giuseppe.

Non esiste un noi 

forse non è mai esistito

ci siamo presi

per un attimo ci siamo vissuti

ma poi la vita ci ha allontanato.

Non esiste un futuro insieme

forse non è mai esistito

forse è stata solo una grande illusione

di due cuori

che per un attimo 

un lungo attimo 

si sono amati.

Ora abbiamo ripreso il nostro cammino,

tu con i tuoi pensieri, problemi, io, con i miei.

Forse non esiste l'amore nelle nostre vite

quel battito speciale che ti fa sentire viva.

Il battito che sento per te. è disordinato

è un modo per ricordarci che siamo qui, ma,

non possiamo volare insieme.

Ricordati,ricordami 

che non esiste un noi.

lunedì 12 agosto 2024

IL GRANDE ELEFANTE

 Narra una leggenda africana che, all'origine del mondo, l'elefante aveva la statura degli altri animali, nonostante ciò era il più prepotente, voleva comandare su tutti ed essere servito e riverito come un re.

Gli abitanti della savana, stanchi delle sue prepotenze, si riunirono di nascosto in assemblea e dissero:
- Non vogliamo più sopportare le angherie dell'elefante, tutti noi viviamo nel terrore, ogni protesta e ogni ragionamento non sono serviti a niente. E' ora che facciamo qualcosa per fargli capire le nostre ragioni.
Discussero a lungo fino a che, di comune accordo, decisero di dargli una sonora lezione.
Invitarono il prepotente in un'ampia radura dove gli avevano apprestato un ricco banchetto per abbonirlo e per tenerlo occupato.

L'elefante aveva accettato ben volentieri, tutto contento di essere così ossequiato; mentre era assorto a gustare il pranzo, gli animali lo circondarono e cominciarono a dargli tante botte con le zampe e con le corna sino a gonfiarlo tutto, da capo a piedi!
Il malcapitato, alquanto malconcio, andò a tuffarsi nel vicino fiume per dare refrigerio alle tante ferite che aveva sul corpo.
Gli ci vollero parecchi giorni per guarire e, quando i dolori furono passati e le piaghe rimarginate, l'elefante, specchiandosi nell'acqua del fiume, vide che il suo corpo era rimasto tutto gonfio, enorme, pesante! Soltanto le orecchie erano rimaste come prima e certamente non facevano bella figura in quel suo grande testone!
Era diventato il più grande animale della savana, ma il suo potere era finito!

Ora non avrebbe più potuto comandare nemmeno sugli animali più piccoli perché la sua grande mole avrebbe ricordato a tutti la lezione avuta nella radura.
E fu così che l'elefante, da quel giorno, prese a camminare con le orecchie abbassate… per la vergogna.

Fiaba africana.

FIABA SENEGALESE

 Tanto tempo fa c'erano pochissimi idioti nel mondo rispetto a oggi. Quando se ne trovava uno da qualche parte, subito era cacciato via dal villaggio. Oggi, invece, bisognerebbe cacciare via la metà del villaggio e ancora ciò non basterebbe. Ma come si spiega che ci sono in giro tanti idioti? Ecco come sono andate le cose... Un giorno tre idioti che erano stati cacciati via da un villaggio per colpa dei loro pettegolezzi, si ritrovarono ad un crocevia e dissero:

«Forse arriveremo a qualche cosa di utile se riuniremo l'intelligenza di tre teste stupide».

E proseguirono il loro cammino insieme: dopo un certo tempo, arrivarono davanti a una capanna dalla quale uscì un vecchio uomo che disse loro:
«Dove andate?».
Gli idioti alzarono le spalle e risposero:
«Dove ci porteranno le nostre gambe. Ci hanno cacciato via dal nostro villaggio per le nostre imbecillità».
Il vecchio rispose: «Allora entrate. Vi metterò alla prova».
Questo vecchio aveva tre figlie anche loro imbecilli e si dimostrò comprensivo.
L'indomani, chiese al primo idiota: «Tu, vai alla pesca!» E al secondo:
«Vai nel bosco e porta un masso legato con treccine di corde!»
Poi al terzo:
«E tu portami delle noci di cocco!»
Gli idioti presero un recipiente ciascuno, un'ascia e un bastone e si misero in strada. Il primo si fermò vicino al mare e si mise a pescare. Quando il suo recipiente fu pieno, ebbe di colpo sete; ributtò tutto il pesce in acqua e tornò a casa a bere.
Il vecchio gli domandò: «Dove sono i pesci?».
Egli rispose: «Li ho rimessi nell'acqua. Mi ha preso la sete e sono ritornato veloce a casa per bere.
Il vecchio si arrabbiò: «E non potevi bere al mare?» gli chiese.
L'idiota rispose: «Non ci ho pensato&...»
Durante questo tempo, il secondo idiota che era stato nel bosco, ma si preparava a ritornare a casa; si era reso conto che non aveva corda per legare i massi. Correva a casa appunto per cercarne una.

Il vecchio si arrabbiò di nuovo: «Perché non hai legato il tuo masso con una delle corde?». Egli rispose: «Non ci ho pensato...». Il terzo idiota montò sulla palma da cocco, mostrò alle noci di cocco il suo bastone e disse: «Tu devi buttare a terra queste noci di cocco, hai capito?»
Scese e cominciò a lanciare il bastone sul cocco. Ma non fece cadere nessuna noce. Anche lui ritornò a casa a mani vuote.
E una volta ancora il vecchio si arrabbiò: «Poiché tu eri sul cocco, perché non hai colto il frutto con le mani?».
Egli rispose: «Non ci ho pensato...».

Il vecchio seppe che non avrebbe combinato niente di buono con quei tre scemi.
Gli diede in moglie le sue tre figlie e li cacciò via tutti quanti.
Gli idioti e le loro mogli costruirono una capanna e vi vissero bene e male.
Ebbero figli tanto stupidi quanto erano loro, le capanne si moltiplicarono e gli idioti si disseminarono in tutto il mondo.

Fiaba africana, una favola e racconto Senegalese, del Senegal.

IL CAMMELLO E LA FORMICA

 Una volta un cammello, mentre attraversava la steppa, vide ai suoi piedi nell'erba una minuscola formica. La piccolina trasportava un grosso fuscello, dieci volte più grosso di lei. Il cammello restò un bel pezzo a guardare come la formica si dava da fare, poi disse:

- Più ti guardo e più ti ammiro. Tu porti sulle spalle, come se niente fosse, un carico dieci volte più grosso di te. lo invece non porto che un sacco, e le ginocchia mi si piegano. Come mai?
- Come mai? - rispose la formica, fermandosi un momento. - Ma è semplice: io lavoro per me stessa, mentre tu lavori per un padrone.
Si rimise il fuscello sulle spalle e riprese il suo cammino.

(Arabia, Fiaba Araba)

domenica 30 giugno 2024

IL BUGIARDO IRLANDESE

 Nel lontano Est viveva una volta un re che aveva una sola figlia. Quando la figlia fu cresciuta, ed era abbastanza grande per venire maritata il re proclamò che avrebbe concesso la sua mano alla persona che fosse riuscita a fargli dire per tre volte di seguito: "E' una menzogna, una menzogna, una menzogna!".

La notizia del proclama si sparse per il mondo, e raggiunse anche l' Irlanda dove allora vivevano una povera vedova e suo figlio che era un celebre bugiardo. Una sera il ragazzo tornò a casa e disse:
- Sarei sorpreso se non potessi conquistarmi la figlia del re. Datemi la vostra benedizione, madre, perché domani parto. Il mattino seguente il bugiardo irlandese partì per la sua avventura. Viaggiò a lungo e alla fine giunse alla reggia del re. Alle porte venne fermato dalle guardie:
- Ehi, tu! Dove vai piccolo irlandese?
- Vado dal vostro re, per sposare sua figlia, - rispose il bugiardo.

Le guardie lo portarono subito al cospetto del re. Il re lo condusse in un enorme prato, dove i suoi greggi e armenti stavano pascolando, e chiese:
- Cosa pensi del mio bestiame?
- Cosa penso, Vostra Maestà? Questi non sono armenti, non è bestiame, non è niente.
Dovreste vedere il bestiame di mia madre! - Esclamò il bugiardo irlandese.
- E cos'hanno di speciale ? - chiese il re dell'Est.
- Cos'hanno di speciale, Vostra Maestà? Sono così grandi che una volta, sotto una foglia di una di quei cavoli sì poté fare un banchetto di nozze. Sapete, era venuto a piovere e gli invitati in cortile si bagnavano.
- Uhm, Uhm,- borbotto il re dell' Est, e condusse il bugiardo in un orto vastissimo, che era stato coltivato a fave.
- Ora dimmi che cosa pensi delle mie fave,- domandò.
- Cosa penso, Vostra Maestà? Perché queste sono fave? Non sono fave e non sono niente! Dovreste vedere le fave dell'orto di mia madre! - esclamò il bugiardo irlandese.
- Cos'hanno di speciale, Vostra Altezza Reale ? Sono piante così alte che la punta della più corta raggiunge le nuvole. Una volta, quando i boccelli erano maturi, andai con un sacco per raccogliere le fave da una pianta. Mi arrampicai di foglia in foglia, cogliendo le fave e buttandole nel sacco. Quando questo fu pieno, lo gettai a terra e continuai a salire, finché arrivai tra le nuvole. Lì vidi una casa e sul muro c'era una pulce. Siccome avevo bisogno di una nuova borsa, la uccisi e la spellai: ma la pelle era sufficiente per nuove borse. Quando poi cominciai a scendere le foglie erano già secche, e si ruppero sotto i miei piedi. Subito dopo l'intero gambo della pianta si spezzò.Io caddi, e precipitai in un gran dirupo. Siccome ero rimasto conficcato tra due rocce e non riuscivo a liberarmi, trassi di tasca il mio coltello, mi tagliai la testa e la mandai a casa per avvisare i familiari di ciò che era successo. Lungo la strada la mia testa incontrò una volpe e quella briccona la afferrò in bocca. Questo mi seccò moltissimo. Perciò saltai via e gli corsi dietro, e quando la raggiunsi le tagliai un pezzo di coda col coltello. E sulla coda c'era scritto che vostro padre era stato servo di mio padre!

- Questa è una menzogna, una menzogna, una menzogna! - urlò il re arrabbiato.
- Lo so, Vostra Maestà - rispose il bugiardo irlandese.
- Ma voi stesso mi avete invitato a dirla. Ora, come punizione, dovete darmi vostra figlia in sposa.
E così fu che il povero irlandese ottenne la mano della figlia del re dell'Est.
Venne preparato uno splendido banchetto, che durò un anno intero, e l'ultimo giorno fu allegro e chiassoso quanto il primo

(Fiaba Irlanda)

I TRE PESCI

 C'erano una volta tre pesci che vivevano in uno stagno: uno era intelligente, un altro lo era a metà e il terzo era stupido. La loro vita era quella di tutti i pesci di questo mondo, finché un giorno arrivò un uomo.

L'uomo portava una rete e il pesce intelligente lo vide attraverso l'acqua. Facendo appello all'esperienza, alle storie che aveva sentito e alla propria intelligenza, il pesce decise di passare all'azione.
"Dato che ci sono pochi posti dove nascondersi in questo stagno, farò finta di essere morto", pensò. Raccolte tutte le sue forze, balzò fuori dall'acqua e atterrò ai piedi del pescatore, che si mostrò piuttosto sorpreso. Tuttavia, visto che il pesce tratteneva il respiro, l'uomo lo credette morto e lo ributtò nello stagno. Allora il nostro pesce si lasciò scivolare in una piccola cavità sotto la riva.

Il secondo pesce, quello semintelligente, non aveva capito bene quanto era accaduto. Raggiunse quindi il pesce intelligente per chiedergli spiegazioni. "Semplice", disse il pesce intelligente, "ho fatto finta di essere morto e così mi ha ributtato in acqua".
Immediatamente, il pesce semintelligente balzò fuori dall'acqua e cadde ai piedi del pescatore.
"Strano", pensò il pescatore, "tutti questi pesci che saltano fuori dappertutto!". Ma il pesce intelligente si era dimenticato di trattenere il respiro, così il pescatore si accorse che era vivo e lo mise nel suo secchio. Riprese quindi a scrutare la superficie dell'acqua, ma lo spettacolo di quei pesci che atterravano sulla riva, ai suoi piedi, lo aveva in qualche modo turbato, sicché si dimenticò di chiudere il secchio. Quando il pesce se ne accorse, riuscì faticosamente a scivolare fuori e a riguadagnare lo stagno a piccoli salti. Andò a raggiungere il primo pesce e, ansimando, si nascose accanto a lui.

Ora, il terzo pesce, quello Stupido, non era naturalmente in grado di trarre vantaggio dagli eventi, neanche dopo aver ascoltato il racconto del primo e del secondo pesce. Allora riesaminarono ogni dettaglio con lui, sottolineando l'importanza di non respirare quando si finge di essere morti.
"Molte grazie, adesso ho capito!"; disse il pesce stupido, e con quelle parole si lanciò fuori dall'acqua e andò ad atterrare proprio accanto al pescatore. Ora, il pescatore, che aveva già perso due pesci, lo mise subito nel secchio senza preoccuparsi di verificare se respirava o no. Poi lanciò ancora ripetutamente la sua rete nello stagno, ma i primi due pesci erano ormai al sicuro nella cavità sotto la riva. E questa volta il suo secchio era ben chiuso.
Il pescatore finì per rinunciare. Aprì il secchio, si accorse che il pesce stupido non respirava, lo portò a casa e lo diede da mangiare al gatto.

(Arabia, Fiaba araba)

giovedì 2 maggio 2024

POESIA D'AUTORE

 Esiste qualcosa di più grande.

Esiste qualcosa di più grande e più puro
rispetto a ciò che la bocca pronuncia.
Il silenzio illumina l’anima,
sussurra ai cuori e li unisce.
Il silenzio ci porta lontano da noi stessi,
ci fa veleggiare
nel firmamento dello spirito,
ci avvicina al cielo;
ci fa sentire che il corpo
è nulla più che una prigione,
e questo mondo è un luogo d’esilio.

Kahlil Gibran



PROVERBI GIAPPONESI

 Alla porta di chi ride, fortuna giunge.

Alcune volte vinci. Tutte le altre impari.

Sii generoso con la tua energia. Sii generoso con i tuoi sorrisi.

La rana dentro il pozzo non conosce l’oceano

Il tempo trascorso ridendo è tempo trascorso con gli dei.

Un gatto affettuoso è il miglior rimedio contro la depressione.

Non sorridiamo perché qualcosa di buono è successo, ma qualcosa di buono succederà perché sorridiamo

Cadi sette volte, alzati otto.

L’acqua versata non può più tornare nel vassoio

Dove sei stato posato, fiorisci.

Il fallimento insegna il successo.

La luce dei padri vale sette volte la luce

Domandare è la vergogna di un attimo, non domandare è la vergogna di tutta la vita.

Dieci persone, dieci colori.

Il corpo della libellula è esile, ma attraversa ballando la tempesta.

Marito e moglie devono essere come le mani e gli occhi: quando le mani fanno male gli occhi piangono, quando gli occhi piangono le mani asciugano le lacrime.

Se oggi scappi, domani avrai bisogno di ancora più coraggio.

Non tirare la coda al gatto, potresti trovare i denti di una tigre

La moglie e il tatami sono meglio quando sono nuovi.

I fiumi profondi scorrono lentamente.

Una vita dura una generazione, il buon nome per sempre.

La forza di volontà attraversa anche le rocce.

Quando c’è un problema, non cercare il colpevole, ma cerca la soluzione.

Mai sottovalutare il grande fiume che scorre lento e silenzioso di fianco ai campi di riso.

Domani soffierà il vento di domani.

Tutti commettono errori. È per questo che c’è una gomma per ogni matita.

La conoscenza senza la saggezza è un carico di libri sul dorso di un asino.

Chi sta per affogare afferra anche a un filo di paglia.

Non possiamo mai vedere il sole sorgere finché guardiamo verso ovest.

Il sorriso sulla bocca di una persona è come una lanterna sulla porta di una casa: indica che c’è un’anima dentro.

Guarda gli errori degli altri e correggi i tuoi.

Quando il carattere di un uomo ti sembra indecifrabile, guarda i suoi amici.

Un solo giorno con un bravo insegnante è meglio di mille giorni di studio diligente.

Le persone amano essere lodate, perciò fallo quanto più puoi.

Quando il tuo maestro ti corregge ringrazialo due volte: la prima perché ti sta tramandando il suo sapere, la seconda perché crede tu sia capace di apprenderlo.

Il tuo sorriso determina come vedi e come pensi il mondo che ti circonda.

Il disordine dei vestiti è disordine dell’anima

L’uomo in silenzio è più bello da ascoltare.

Il tuo sorriso è l’accessorio del tuo cuore. Che tipo di sorriso indosserai oggi?

Dopo aver vinto rafforza la tua armatura.

Anche un viaggio di mille miglia comincia con un passo.


AFORISMI AMICIZIA

 Alcune persone si rifugiano in chiesa; altre nella poesia; io nei miei amici.

(Virginia Woolf)

Molte persone entreranno e usciranno dalla tua vita, ma solo i veri amici lasceranno delle impronte nel tuo cuore.
(Eleanor Roosevelt)

Avere degli amici è come avere una seconda vita.
(Baltasar Gracián)

La vera amicizia, come la vera poesia, è estremamente rara – e preziosa come una perla.
(Tahar Ben Jelloun)

Camminare con un amico al buio è meglio che camminare da soli nella luce.
(Helen Keller)

La vita è in parte ciò come la facciamo noi, e in parte come la fanno gli amici che scegliamo.
(Tennessee Williams)

Non è vero che un amico si vede nel momento del bisogno, un amico si vede sempre.
(Roberto Benigni)

Il vero amico è colui che indovina sempre quando si ha bisogno di lui.
(Jules Renard)

Non esistono buoni amici o cattivi amici, esistono solo amici, persone che hanno costruito la loro casa nel tuo cuore.
(Stephen King)

Siamo tutti viaggiatori nel deserto di questo mondo e il meglio che possiamo trovare nei nostri viaggi è un amico leale.
(Robert Louis Stevenson)

Un vero amico è uno che arriva quando il resto del mondo se ne va.
(Walter Winchell)

Un amico deve essere un maestro nell’arte di indovinare e nell’arte di tacere.
(Friedrich Nietzsche)

Un amico è colui che non guarda il tuo recinto rotto e ammira i fiori del tuo giardino.
(Anonimo)

Un amico che capisce le tue lacrime è molto più prezioso di tanti amici che conoscono solo il tuo sorriso.
(Anonimo)

Un buon amico è per tutta la vita – un legame con il passato, una strada per il futuro, la chiave per la salute mentale in un mondo pieno di matti.
(Lois Wyse)

Il vero amico è colui che può stare in silenzio con noi in un momento di disperazione o di confusione, che può stare con noi in un’ora di dolore e di lutto, che può tollerare di non sapere, di non curare, di non guarire e affrontare con noi la realtà della nostra impotenza, questo è un amico che si prende cura di noi.
(Henri Nouwen)

Un vero amico è chi ti prende per la mano e ti tocca il cuore.
(Gabriel García Márquez)

Gli amici sono quelli che ti aiutano a rialzarti, quando le altre persone neanche sapevano che eri caduto.
(Anonimo)

Un amico conosce la melodia del nostro cuore e la canta quando ne dimentichiamo le parole.
(C.S. Lewis)

I veri amici sono come le stelle; puoi riconoscerli solo quando è buio intorno a te.
(Bob Marley)





domenica 31 marzo 2024

AFORISMI PASQUA

 Pasqua è il tempo per gioire, essere grati, essere certi che tutto è perdonato e così la vita si estende oltre il suolo della terra.

(Byron Pulsifer)

È Pasqua ogni volta che muori a te stesso e rinasci avvolto di nuova luce.
(Anna Maria D’Alò)

Buona Pasqua!
Non ho grandi cose da donarti.
Le parole sono piccoli segni…
ma ascolta solo il mio cuore
che ti dice: Tanti auguri.
(Anonimo)

Ogni desiderio è un sorriso.
Indossa il tuo sorriso e vai incontro alla vita.
Buona Pasqua.

Che la luce del nostro Signore Risorto rischiari la mente
e addolcisca i cuori di ognuno di noi.
Auguri di Buona Pasqua!

Con l’augurio sincero che il miracolo della Santa Pasqua
possa toccare le nostre vite.

L’amore, per essere vero, deve costar fatica, deve far male, deve svuotarci del nostro io. Questa Pasqua sia per te un momento per farti scoprire la vera essenza dell’amare e dell’essere amati.
(Madre Teresa di Calcutta)

Pasqua è il simbolo del Rinnovamento, della Gioia e della Rinascita in questo giorno per tutti un po’ speciale, ti auguro di trasformare i tuoi sogni in una splendida realtà, per sorridere ai giorni avvenire con quella gioia nel cuore che solo le cose autentiche e genuine sanno donarti.
Buona Pasqua di serenità e gioia!
(Stephen Littleword)

Pasqua è rinascere, quindi ripartire.
Il modo migliore è farlo da se stessi.
Auguro a tutti nuovi inizi e tanta serenità.
(Vincenzo Cannova)







domenica 10 marzo 2024

AFORISMI D'AUTORE SULLE PERSONE

Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri.
(Charles Bukowski)

Ci sono persone che entrano nella tua vita per farti felice e altre per cambiare la tua idea di felicità. E non è la stessa cosa.
(Fabrizio Caramagna)

Bisogna diffidare di due categorie di persone: quelle che non hanno personalità, e quelle che ne hanno più di una.
(Anonimo)

Le cose sono fatte per essere usate.
Le persone sono fatte per essere amate.
Il mondo va storto perché si usano le persone e si amano le cose.
(Anonimo)

Le persone raramente fanno quello in cui credono. Fanno ciò che conviene, e poi se ne pentono.
(Bob Dylan)

Ci sono due tipi di persone. Quelle che fanno le cose e quelle che affermano di averle fatte. Il primo gruppo è decisamente meno affollato.
(Mark Twain)

Se giudichi le persone, non hai il tempo di amarle.
(Madre Teresa di Calcutta)

Rare sono le persone che usano la mente…
poche coloro che usano il cuore,
e uniche coloro che usano entrambi.
(Rita Levi Montalcini)

Si può sopportare il dolore da soli, ma ci vogliono due persone per provare gioia.
(Elbert Hubbard)

Ci sono persone con cui perdi tempo, e persone con cui perdi il senso del tempo.
E’ solo questione di scelta.
(Anonimo)

Le persone capitano per caso nella nostra vita, ma non a caso. Spesso ci riempiono la vita di insegnamenti. A volte ci fanno volare in alto, altre ci schiantano a terra insegnandoci il dolore… donandoci tutto, portandosi via il tutto, lasciandoci niente…
(Alda Merini)

Passai accanto a duecento persone e non riuscii a vedere un solo essere umano.
(Charles Bukowski)

Ci sono persone che sanno tutto e purtroppo è tutto quello che sanno.
(Oscar Wilde)

Tutte le persone conoscono il prezzo delle cose ma soltanto alcune ne conoscono il vero valore.
(Oscar Wilde)

Troppe persone spendono denaro che non hanno guadagnato, per comprare cose che non vogliono, per impressionare gente che non gli piace.
(Will Rogers)

Ci sono persone che parlano, parlano… sinché finalmente trovano qualcosa da dire.
(Sacha Guitry)

Le persone sono come le vetrate. Scintillano e brillano quando c’è il sole, ma quando cala l’oscurità rivelano la loro bellezza solo se c’è una luce dentro.
(Elisabeth Kübler-Ross)

Forse Dio vuole che tu conosca molte persone sbagliate prima di conoscere la persona giusta, in modo che, quando finalmente la conoscerai, tu sappia essere grato.
(Gabriel García Márquez)

Forse per il mondo sei solo una persona, ma per qualche persona sei tutto il mondo.
(Gabriel García Márquez)












mercoledì 14 febbraio 2024

LA STORIA DI SAN VALENTINO

 San Valentino di Terni è stato un vescovo e martire cristiano morto il 14 febbraio. Considerato protettore degli innamorati, nella sua vita avrebbe guidato i giovani verso il matrimonio, invitandoli ad amarsi e mettere al mondo figli. Proprio legato alla sua figura, è collegata anche la leggenda di aver messo pace ad una coppia che litigava, grazie al dialogo e offrendo una rosa ai due. Simbolo che ancora oggi racchiude l’immagine della festa simbolicamente romantica.

Esisterebbe anche un altro San Valentino, nella storia. In questo caso, sarebbe morto decapitato e la vicenda è molto più suggestiva. Secondo alcuni, si tratterebbe proprio dello stesso vescovo di Terni che abbiamo appena citato mentre, per altri, sarebbe un altro martire cristiano. In base ai racconti emersi, Valentino sarebbe stato giustiziato perché aveva deciso di celebrare le nozze tra il legionario romano Sabino, di credo pagano, con la cristiana Serapia.
Un'unione di cuori che non poteva essere accettato ai tempi ma che il religioso avrebbe comunque deciso di officiare. La donna, inoltre, sarebbe stata molto malata, motivo che avrebbe spinto Valentino a celebrare il matrimonio tra i due il prima possibile.
Una volta scoperto il tutto, però, per lui fu inevitabile una condanna a morte, terminata con la sua decapitazione. Coloro che pensano che si tratti della stessa persona, associano anche in lui la conversione al cristianesimo e la scelta di recarsi a Roma per convertire i pagani alla fede cristiana, predicando il Vangelo. E non sarebbe morto per le nozze celebrate bensì arrestato dall’imperatore Aureliano, conscio della fama di predicatore sempre più influente, subendo poi un lungo martirio, fino alla morte.

mercoledì 17 gennaio 2024

POESIE BREVI

 O Signore, il mio cuore non mi basta più,

quella che io amo è grande quanto il mondo:
mettimene nel petto un altro
che sia grande quanto il mondo.
(Nizar Qabbani)

Odio e amo.
Forse tu ti chiedi perché io lo faccia.
Non lo so. Ma sento che accade, e ne sono tormentato.
(Catullo)


Felice chi è diverso
Essendo egli diverso
Ma guai a chi è diverso
Essendo egli comune
(Sandro Penna)

Cercami nelle parole
che non ho trovato
(Blaga Dimitrova)


Due cure per l’amore
Prima: Non vederlo. Non chiamarlo, non scrivergli.
Seconda: Più semplice. Impara a conoscerlo meglio.
(Wendy Cope)

Continui a chiedermi la data della mia nascita
prendi nota dunque
ciò che tu non sai,
la data del tuo amore:
quella è per me la data della mia nascita.
(Nizar Qabbani)

Una parola muore
appena detta,
dice qualcuno.
Io dico che solo
quel giorno
comincia a vivere.
(Emily Dickinson)

Se durassimo in eterno
Tutto cambierebbe
Dato che siamo mortali
Molto rimane come prima.
(Bertolt Brecht)

Tu mi ricordi una poesia che non riesco
a ricordare
una canzone che non è mai esistita
e un posto in cui non devo essere
mai stato.
(Efraim Medina Reyes)

Silenzio è tutto quanto temiamo.
C’è riscatto in una voce –
Ma silenzio è infinità.
Di per sé non ha un volto.
(Emily Dickinson)

Trattengo il fiato
quando non ci sei
Non voglio respirare altra vita
se non la tua.
(James Cole)

L’amore mio mi chiede:
“Qual’è la differenza tra me e il cielo?”
La differenza è che
se tu ridi, amore mio,
io mi dimentico il cielo.
(Nizar Qabbani)

Io mi sono coperta di parole
perché nessuno trovi il silenzio in cui sto.
(Marie Noël)