domenica 13 ottobre 2019

LE FATE

Quando il primo bambino rise per la prima volta, la sua risata si sbriciolò in migliaia di frammenti che si sparpagliarono qua e là. Fu così che nacquero le fate.
(James Matthew Barrie, Peter e Wendy)

È incredibilmente difficile riuscire a ottenere informazioni sulle fate, e l’unica cosa certa, o quasi, è che ci sono fate ovunque ci siano bambini.
(James Matthew Barrie, Peter Pan nei Giardini di Kensington)

Non sei mai stato bambino se non sei saltato a piedi pari dentro una pozzanghera, svegliando le fate che dormivano e facendole saltare in mille gocce di luce fino al cielo
(Fabrizio Caramagna)

Ogni volta che un bimbo dice: “Io non credo alle fate”, c’è una fatina che da qualche parte cade a terra stecchita.
(James Matthew Barrie, Peter e Wendy)

Penso che le persone che non riescono a credere nelle fate, non vale la pena conoscerle.
(Tori Amos)

La buona grazia è il vero dono delle Fate; senza di essa, nulla si può; con essa, tutto.
(Charles Perrault)

Gli scienziati dicono che siamo fatti di atomi, ma un albero mi ha sussurrato che siamo fatti di sogni, un’onda mi ha detto che siamo fatti di viaggi, un bambino che gioca con le fate mi ha raccontato che siamo fatti di meraviglia.
(Fabrizio Caramagna)

Credo in ogni cosa fino a quando non si dimostra il contrario. Quindi credo nelle fate, nei miti, nei draghi. Tutto esiste, anche se è nella nostra mente. Chi ci dice che i sogni e gli incubi non sono reali come il qui e ora?
(John Lennon)

Quando nessuno le guarda le stelle non sono più stelle. Forse sono diamanti, polvere di fate, risate di bambini, re o schiavi. Sono come siamo noi quando nessuno ci guarda
(Fabrizio Caramagna)

Se scuoto forte un bosco, chissà quanti gnomi e fate e tesori si librano per un attimo nell’aria.
(Fabrizio Caramagna)

Un fruscio nel vento ci ricorda una fata è vicina.
(Anonimo)

Le fate possono rendersi invisibili, volare, predire il destino, mutare forma e farla mutare agli altri, hanno conoscenza di tutti i segreti della natura, fanno incantesimi e sortilegi. Hanno come consuetudini danzare di notte e lasciare cerchi argentei sull’erba da cui “anello delle fate”.
(Francesco Bevilaqua)
Le belle fate
dove saranno andate?
Non se ne sente più parlare.
Io dico che sono scappate:
si nascondono in fondo al mare,
oppure sono in viaggio per la luna
in cerca di fortuna.
Ma che cosa potevano fare?
Erano disoccupate!
Nessuno le voleva ascoltare.
Tutto il giorno se ne stavano imbronciate
nel castello diroccato ad aspettare
che qualcuno le mandasse a chiamare
(Gianni Rodari)

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